Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1892
Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1892 | ||||
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Stato | Stati Uniti | |||
Data | 8 novembre | |||
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Candidati | Grover Cleveland | Benjamin Harrison | ||
Partito | Democratico | Repubblicano | ||
Voti | 5.556.918 46,0 % |
5.176.108 43,0 % | ||
Grandi elettori | 277 | 145 | ||
Presidente uscente | ||||
Benjamin Harrison (Partito Repubblicano) | ||||
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Le elezioni presidenziali statunitensi del 1892 si svolsero l'8 novembre 1892.
Grover Cleveland tornò da New York per sfidare il presidente uscente Benjamin Harrison, e battendolo divenne il solo candidato eletto per due mandati non consecutivi. Cleveland, che aveva già vinto in termini di voto popolare contro Harrison nel 1888, si aggiudicò anche il voto elettorale nella rivincita. Divenne anche il primo democratico proposto come candidato tre volte consecutive, eguagliato e poi superato da Franklin Delano Roosevelt rispettivamente nelle elezioni del 1940 e del 1944. Solo William Jennings Bryan, già candidato nel 1896 e 1900, fu designato una terza volta, ma nel 1908, sicché le candidature non furono consecutive.
Alle elezioni parteciparono 44 stati, dopo che nel biennio 1889-1890 altri sei ebbero aderito all'Unione: Dakota del Nord, Dakota del Sud, Idaho, Montana, Washington e Wyoming.
Indice
Candidature[modifica | modifica wikitesto]
Partito repubblicano[modifica | modifica wikitesto]
Concorrenti repubblicani alla candidatura presidenziale:
- Benjamin Harrison, presidente degli Stati Uniti, dell'Indiana
- James Gillespie Blaine, già segretario di Stato degli Stati Uniti, del Maine
- William McKinley, governatore dell'Ohio.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
Benjamin Harrison
James G. Blaine
William McKinley
Harrison riottenne facilmente la nomination alla presidenza per i repubblicani a Minneapolis, ma non fu scelto all'unanimità. Ottenne invece 536 voti delegati, sufficienti per assicurarsi la designazione, contro i 183 di Blaine e i 182 il futuro candidato McKinley. L'editore del New York Tribune Whitelaw Reid fu scelto all'unanimità per sostituire il vicepresidente Levi Morton nella composizione del listino presidenziale.
Partito democratico[modifica | modifica wikitesto]
Concorrenti democratici alla candidatura presidenziale:
- Grover Cleveland, già presidente degli Stati Uniti, di New York
- David B. Hill, senatore di New York
- Horace Boies, governatore dell'Iowa
- John M. Palmer, senatore dell'Illinois.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
Grover Cleveland
David B. Hill
Horace Boies
John M. Palmer
Altre candidature[modifica | modifica wikitesto]
Altri tre partiti schierarono candidati in queste elezioni. Il partito proibizionista designò John Bidwell per la carica di presidente e James Cranfill per quella di vicepresidente. Due partiti tentarono per la prima volta di conquistare la Casa Bianca: il Partito Populista, che schierò James Weaver e James Field, e il Partito Socialista Americano del Lavoro, che scelse Simon Wing e Charles Matchett.
Elezioni generali[modifica | modifica wikitesto]
Campagna elettorale[modifica | modifica wikitesto]
Come già nel 1888, la questione tariffaria marcò la differenza strategica tra i democratici, liberisti, e i repubblicani, protezionisti. Un altro argomento chiave fu però anche la parità aurea, con i populisti che spingevano per un'inflazione più alta, da raggiungere grazie all'incremento del conio di monete d'argento, che avrebbe favorito gli agricoltori indebitati del sud e dell'ovest. La stretta ortodossia monetaria di Cleveland, fautore di un dollaro forte, gli garantì invece l'appoggio del mondo della finanza e degli affari all'est. Un'altra questione sul tavolo fu il lavoro, specie dopo che un grande sciopero alle acciaierie Carnegie culminò in scontri tra i picchetti degli operai e le guardie armate della proprietà, galvanizzando l'opposizione dei lavoratori all'amministrazione repubblicana.
Alla fine, i populisti conquistarono diversi stati dell'ovest, mentre il sud rimase in mano ai democratici e il nord-est industriale vi passò, garantendo a Cleveland una solida vittoria e al partito la maggioranza in entrambi i rami del parlamento.
Risultati[modifica | modifica wikitesto]
Candidati | Grandi elettori | Voti | |||
---|---|---|---|---|---|
Presidente | Vicepresidente | Partito | n. | n. | % |
Grover Cleveland, NY | Adlai E. Stevenson, IL | Democratico | 277 | 5.553.898 | 46,0 |
Benjamin Harrison, IN | Whitelaw Reid, NY | Repubblicano | 145 | 5.190.819 | 43.0 |
James Weaver, IA | James G. Field, VA | Populista | 22 | 1.026.595 | 8,5 |
John Bidwell, CA | James Cranfill, TX | Proibizionista | 0 | 270.879 | 2,2 |
Simon Wing, MA | Charles Matchett, NY | Partito Socialista del Lavoro | 0 | 21.173 | 0,2 |
Altri | 0 | 4.673 | 0,0 | ||
Totale | 444[1] | 12.068.037[2] | 100,0 |
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Harold U. Faulkner, Politics, Reform and Expansion, 1890–1900, 1959, p. cap. 6.
- Richard Jensen, The Winning of the Midwest: Social and Political Conflict, 1888–1896, 1971.
- Matthew Josephson, The Politicos: 1865–1896, 1938.
- Morton Keller, Affairs of State: Public Life in Late Nineteenth Century America, 1977.
- Paul Kleppner, The Third Electoral System 1853–1892: Parties, Voters, and Political Cultures, 1979.
- George H. Knoles, The Presidential Campaign and Election of 1892, 1942.
- H. Wayne Morgan, From Hayes to McKinley: National Party Politics, 1877–1896, 1969.
- Ellis P. Oberholtzer, A History of the United States since the Civil War, 1917–1937, p. vol. 5.
- James Ford Rhodes, History of the United States from the Compromise of 1850 to the McKinley-Bryan Campaign of 1896, p. vol. 8, 1920; cap. 17.
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